26, settembre 2018 4 min. tempo di lettura 2 Commenti
La soddisfazione nel bere un buon bicchiere di vino deriva da tutti i sensi che sono implicati nell’atto del degustare o del bere. Quindi l’occhio, il naso ed il palato sono i sensi che sono coinvolti contemporaneamente. Se l’occhio non è soddisfatto sarà difficile che anche l’olfatto ed il palato lo siano. Di conseguenza, vogliamo spendere due parole su questo fatto imprescindibile che è la scelta del giusto calice per apprezzare il nettare che versiamo dalla bottiglia.
Di cosa è fatto?
Il materiale è, insieme alla larghezza, per meglio dire l’ampiezza, il più importante nella scelta del calice che useremo per i nostri vini. Sempre di cristallo, più fine è, meglio è, perché è così che apprezziamo il vino. Ci sono vini che hanno un sapore migliore nella tazza o in dialetto nel “Tazzin” o nel boccalino, ma è indubbiamente una questione sentimentale legata alla tradizione.
Il colore del calice o piuttosto la sua mancanza
Il calice deve essere sempre trasparente per godersi il vino fino in fondo. Il vino come già spiegato è anche vista e profumo. Se si vogliono apprezzare le sfumature di un vino, è quindi necessaria la totale trasparenza del cristallo che ne favorisce la comprensione.
L’ampiezza del calice
Non è certamente uguale bere del vino in un calice di 4 cm di ampiezza rispetto ad uno di 8 cm. L’ampiezza ne determina l’ossigenazione e quindi aiuta il vino ad aprirsi e a diffondere tutti i suoi sentori. Dopo anni di esperienza fatta sul campo, ricevendo in cantina più di 10000 persone l’anno per le degustazioni e partecipando ad innumerevoli fiere, abbiamo capito che un bicchiere ampio aiuta qualsiasi vino ad esprimersi meglio ed in modo più spedito.
L’ altezza del calice
Il calice deve essere alto almeno 20 cm o anche più. Al momento di girarlo per ossigenarlo l’altezza ci aiuta a farci capire la consistenza del nettare grazie alle vibrazioni emanate dal cristallo che ci comunica attraverso le dita l’untuosità del vino determinandone concentrazione e struttura.
Perché girare il vino nel bicchiere?
Il vino è un essere vivente racchiuso in una bottiglia con pochissimo ossigeno se non quello lasciato passare dal sughero o dai moderni tappi tecnici, che ne possono determinarne la quantità nel tempo in modo preciso e garantito. Il vino, quando si apre, ha bisogno di respirare. Ecco perché va girato nel bicchiere, impugnandolo dal suo gambo per non scaldarlo, così che ritorni in vita e si riveli in tutta la sua espressione.
Come tenere in mano il calice
Il calice va sempre tenuto dal piede. Se lo si tiene in mano dal corpo, il vino diventa subito caldo e anche sgradevole. Tenendolo per il piede si favorisce il risveglio e lo sviluppo degli aromi.
Ad ogni vino il suo calice!
La tipologia di calice varia in base al tipo di vino: spumante, bianco, rosso, dolce, ma si fa anche distinzione tra vini bianchi giovani e bianchi più complessi, rossi semplici e rossi d’annata e così via.
In linea di massima, ecco qualche consiglio per non sbagliare la forma del vostro calice:
Vini bianchi giovani e dal profumo delicato: i piú adatti sono i calici dal volume ridotto per non disperderne il bouquet. Meglio quelli con il bordo svasato per favorire la percezione dei profumi fruttati e per consentire la piena introduzione del vino in bocca, in modo da avvertirne dolcezza e acidità.
Vini bianchi corposi e maturi dal profumo intenso e i rosati: prediligere i calici a tulipano la cui forma permette l’analisi degli aromi complessi e l’introduzione del vino in bocca verso il fondo della lingua, dove si percepisce l’amaro e ai lati, dove si percepisce l’acidità.
Il Calice per il Carato Bianco,
ampio a sufficienza per lasciar sviluppare gli aromi delicati di fiori dolci, vaniglia e noce di cocco.
Vini rossi giovani: calici di media grandezza.
Vini rossi corposi e maturi: calici larghi e panciuti, la cui ampia apertura permette una maggiore ossigenazione del vino esaltandone la percezione olfattiva.
Il Calice ampio per il Carato Riserva,
dalla dimensione ideale perché il vino possa sprigionare tutta la sua forza ed i suoi sentori balsamici di frutta matura, cuoio, eucalipto e tabacco.
Vini rossi corposi molto maturi: calici ballon che favoriscono l’ossigenazione e lo sviluppo degli aromi complessi.
Vini spumanti metodo classico e champagne: lunghe flûtes, affinché si concentrino meglio gli odori e si mantenga più a lungo il perlage.
Vini spumanti secchi metodo charmant o prosecchi: mezze flûtes.
Vini spumanti dolci: servire in coppe, per far esprimere al massimo i profumi.
Vini dolci: calici piccoli e di forma regolare.
Seguendo queste piccole regole ci assicuriamo che il nettare che beviamo goda delle condizioni ideali per il suo sviluppo. Se a questi accorgimenti aggiungiamo un paio di altri trucchetti allora possiamo dire di avere il bicchiere perfetto.
Le giuste temperature
La temperatura di servizio del vino è molto importante e gioca un ruolo basilare nella degustazione. Un rosso importante dovrebbe essere servito ad una temperatura fra i 17 ed i 18 °c. Il bianco deve essere più fresco ma non gelato altrimenti ne ammazzi il sapore. La temperatura ideale per la degustazione è attorno ai 9 – 10°C. Se il bianco è affinato in barriques allora meglio se un tantino più caldo e degustato a 11-12°C. Lo Spumante e lo Champagne vanno serviti freddi a 5-7°C e necessitano di una flûtes meglio se un pó ampia, sempre per il discorso fatto pocanzi, ma non troppo per non far svanire il perlage. La flûte deve sempre essere bella asciutta e mai passata con il ghiaccio, pena la scomparsa delle bollicine.
Il Calice di cristallo aiuta lo sviluppo del vino, ne esalta le peculiarità nel bene ma anche nel male e ci aiuta di conseguenza a meglio individuarne la qualità.
Alla salute!
A cura di Enrico Grisetti
04, ottobre 2018
Letto questo articolo “ad ogni vino il suo calice” e considerato molto interessante Grazie a voi delle informazioni
“dormo una sera da meno ignorante!”
Sono Brocante Mollard di Coldrerio, Angelo mi conosce
Grazie Luciano
I commenti verranno approvati prima della presentazione.
Hans Vetterli
04, ottobre 2018
Kann ich nur bestätigen, vor allem bei den Trinktemparaturen werden immer noch grosse Fehler gemacht, besonders bei Rotwein ( wird zu Warm getrunken.
Hans Vetterli Weinhändler